Per Toni è vita passata ma, nell’ambito della grave marginalità, lo conosciamo in tanti: un intellettuale, un poeta. Una storia di riscatto che si è costruito mattone su mattone, seguendo una voce profonda che lo invitava al rispetto di sé, a credere nell’onestà e ad affidarsi con fiducia alla “parola di Dio”, sempre presente nelle sue riflessioni. Toni ha sempre dimostrato grande capacità di introspezione e di consapevolezza delle proprie fragilità che ha saputo trasformare in punti di forza.
Anche la sua è una storia di tenacia, sempre tesa al miglioramento di sé, e di incontri. Il più determinante per lui forse quello con la persona, ora inferma, di cui è diventato fedele assistente, conquistandosi anche la fiducia dei famigliari.
In altri momenti scrisse questa poesia che esprime tutto il dolore dell’isolamento dal quale ha saputo emanciparsi.
I SENZA DIMORA
Quante bugie verso il cielo
strappati dalla falsità
chiedersi se tutto ciò è vero.
Chiedere la carità
chinandosi senza ritegno,
avendo perso ogni dignità.
Sembra di sentire un ghigno
è la vita che schernisce
lasciandoti un segno.
Anche un semplice sguardo ferisce
quando ti addormenti sotto un portone
mentre la notte si zittisce.
Ti svegli sentendo una canzone
è un artista di strada
mentre in un bar si fa colazione.
Nei prati la rugiada
è la stagione che cambia
sfinito dove vuoi che vada.
E poi chi ti visita è una malattia
un sorriso alla morte
contento che ti porti via.
Ogni uomo ha una sorte
molto crudele per qualcuno
è la sfortuna che ti fa la corte.
Chi si abbandona nel digiuno
dimenticando di nutrirsi
e di te non si accorge nessuno.
E’ inutile avere rimorsi
ormai tutto è passato
e gli anni son trascorsi.
E tua madre che ti ha allattato
aspetta in un altro mondo
quel bimbo ormai riabbracciato
Sagittarius (Tonino Filippazzo)