Probabilmente siamo tutti un po’ volontari da quando iniziamo a tessere relazioni e a comprendere le realtà che ci circondano. C’è qualcosa dell’essere volontario anche nell’aiutare il proprio compagno di banco a scuola, nel consolare l’amico affranto, nel mettersi a disposizione di chi ci è accanto nel quotidiano.
È l’inverno tra il 2016 e il 2017 quando per la prima volta mi affaccio alla realtà di Legami e inizio la mia vera esperienza di volontario, nell’accezione più comune del termine. La prima sera è molto simile a quel famoso sogno: non mi trovo per strada, ma ad Emergenza Freddo, un dormitorio che accoglie i meno fortunati nei mesi più freddi. È una serata di musica e canto insieme, è una serata di abbracci e sorrisi, una festa che abbatte ogni pregiudizio e ogni distanza.
Qualche cosa quella sera si è lentamente fatta largo in me. Difficile esprimere a parole la sensazione della mattina dopo, ma mi sentivo meravigliosamente pieno. Mese dopo mese, giro dopo giro, l’esperienza di Legami è diventata parte della mia vita. Sono davvero tante le persone che ho conosciuto su quelle strade che attraversavo noncurante, tanti i racconti ascoltati che mi hanno arricchito, tanti i legami instaurati, alcuni di una sera, altri più duraturi. E qui mi arrendo, perché la mia passione per la scrittura, il mio piacere nel raccontare, la mia facilità nel trovare parole non sono abbastanza per spiegare sensazioni e ricchezze che derivano da questa esperienza.
E così, al narratore da quattro soldi che vi ha raccontato una storia senza una vera e propria fine, senza un vero insegnamento, non resta che invitarvi a scoprire voi stessi cosa lascia dentro ognuno di noi l’incontro con gli amici della strada, in modo da dare una conclusione alla storia. Scoprite voi stessi cosa si nasconde sotto ai loro vestiti sporchi, cosa c’è dietro ai loro occhi stanchi e quanto hanno da darvi pur non avendo nulla. In fondo basta poco, un incontro, un saluto e poi magia, il resto viene da sé.