Conoscere Beni è come aprire le pagine di un libro in cui molto è stato scritto e sicuramente molto ancora ci sarà da scrivere.
La sua storia parte dall’Africa Occidentale, precisamente dal Togo, piccola nazione stretta fra Ghana, Benin e Burkina Faso. Lì è andato a scuola, ha messo su famiglia e ha lavorato per compagnie straniere legate alla cooperazione germano-togolese.
In Africa ha di che vivere, o meglio, ha ciò che può bastare a lui e alla sua famiglia per sopravvivere. Ma sopravvivere a volte non è sufficiente.
E’ stato proprio il contatto con gli stranieri a muovere in lui la voglia, o meglio il bisogno, di conoscere altro e di dare ai suoi figli (ma anche a sé) migliori opportunità di formazione e crescita culturale.
In Europa è arrivato a piccoli passi, nel ’96 e nel ’98 solo per pochi mesi, per capire e orientarsi. Poi il salto di vita, nel 2000, pieno di speranza e di determinazione.
Arrivato a Napoli riesce a trovare dei lavoretti grazie ad un amico del Camerun e alla Caritas, che gli dà un alloggio.
Poi a Palermo rimane un anno, adattandosi a vari lavori, prima in un’azienda agricola, poi nel settore turistico come addetto alle pulizie.
Finalmente a Como trova lavoro nell’edilizia, come muratore qualificato.
Più difficile invece trovare qualcuno disposto ad affittare una casa ad una persona straniera. Alla fine riesce a subentrare nell’alloggio di un collega maghrebino in uno stabile abitato da altri stranieri.
Quando scoppia la crisi dell’edilizia rimane senza lavoro, ma non si abbatte. Ricorda infatti, quel periodo come un momento faticoso.
Ma anche molto formativo dal punto di vista umano: “ Mi sono a messo a correre come un bambino che deve prendere il treno “.
Un giorno, passando per caso davanti al Centro Diurno “l’Incontro”, legge un volantino che parla di un corso teatrale. Si tratta dei primi laboratori organizzati su proposta degli ospiti del Centro. Inizia così un percorso teatrale che si perfezionerà l’anno successivo nello spettacolo Buongiorno con la compagnia Aunithiè e in seguito nel progetto di danza partecipata Canti della Seta, rappresentato al Teatro Sociale di Como nell’estate del 2017.
“In casa mia non c’è microonde né ferro da stiro … ma tanti libri”. E’ soprattutto questo che Beni cercava e continua incessantemente a cercare: cultura, ed è per questo che, oltre a lavorare, in questi anni ha sempre frequentato scuole, prima le medie, poi le superiori presso il Caio Plinio, infine un corso di Operatore di Centri di Accoglienza per migranti, arrivando a conseguire l’attestato nel 2018.
Grazie a questo percorso ha potuto collaborare con una cooperativa nell’accompagnamento di alcuni migranti alla Commissione Territoriale di Monza e lavorare nei fine settimana come custode in una struttura di accoglienza per migranti richiedenti asilo.
Queste esperienze si interrompono quando decide di rientrare in Togo per un breve periodo, dopo tre anni di assenza.
Tornato in Italia si rimette in cammino alla ricerca di un lavoro. In treno ha l’occasione di confrontarsi con un ragazzo della Costa d’Avorio che lavora come guardia giurata e decide così di “andare a bussare” alla sua Agenzia. Viene assunto, prima in prova, poi con un contratto a tempo determinato e finalmente, da marzo, con un contratto a tempo indeterminato.
La sede non è mai la stessa: Como, Desio, Camerlata, Lipomo, Parabiago, Milano. Le ore passate in treno e sui mezzi sono tante, spesso ci vogliono quasi due ore per raggiungere il posto di lavoro e altrettante per tornare a casa. La speranza, naturalmente, è in un avvicinamento, ma la distanza non lo spaventa, così come la fatica, perché: “ se l’aquila si sentisse vecchia, chi gli darebbe da mangiare?”
Chi ha avuto la possibilità di conoscere Beni sa che non è ancora arrivato a destinazione, che questa è soltanto una tappa del suo cammino e che porsi dei limiti non è una sua caratteristica.
E se gli si chiede qual è il suo “sogno nel cassetto”, risponde che gli piacerebbe fare il motivatore: trasmettere ad altri quello che ha imparato dai libri e sulla sua pelle e cioè che è importante aver fiducia in se stessi ed essere capace di rialzarsi sempre.
Il futuro lo vede a cavallo fra due mondi: l’Africa, dove “la guerra con il tempo non esiste e i ritmi sono più umani”, ma anche l’Italia, dove “ la cultura è a portata di mano ed accessibile a tutti”.
Un futuro in perenne costruzione, perché Beni è ricco di sogni, di desideri e di coraggio:
sempre pronto a partire verso nuove sfide.