Mi proponeva con insistenza di partecipare ad un’uscita di strada con il gruppo, “Legami”, che fa parte appunto della Rete comasca per la marginalità.
Ho accettato quando ho percepito che dietro il suo invito doveva esserci qualcosa di più, e che non potevo più ignorarlo, non potevo più allontanare ogni occasione!
Così decisi di andare a scoprire di cosa si trattasse, con un pizzico di confusione ma certamente con moltissima curiosità dentro di me.

L’incontro con la realtà di Legami è stata una scoperta ogni momento sempre più bella, soprattutto per la semplicità dei modi in cui operano i membri del gruppo e la grande passione che ognuno porta, a partire da un “normale” sabato sera per le vie di Como. Grazie a Legami ho potuto conoscere situazioni difficili e apparentemente prive di speranza e possibilità, ma che in realtà mi hanno trasmesso l’importanza per i gesti quotidiani e intimi che rendono le relazioni tra le persone salde e consistenti di forte senso.

Provare a sedermi per terra, guardare negli occhi persone con tradizioni e culture completamente diverse dalle mie, o anche molto simili alle mie, ma che hanno portato a percorrere strade completamente diverse, è stata un’opportunità di crescita e di riflessione.

Nell’instaurare relazioni e, soprattutto, avere spazio per condividere i pensieri in gruppo, ha rimescolato le mie concezioni riguardo a tanti aspetti della vita. Ho ascoltato storie, ho rispettato silenzi e ho condiviso moltissimi momento di divertimento, riuscendo ad apprezzare le piccole cose, come non mi capitava da
tanto.

L’esperienza di Legami è stata per me un regalo e ringrazio di cuore mio fratello Filippo per aver a lungo insistito per portarmi ad esplorare questo angolo prezioso.
Del resto, a volte basta saltare al di là di un piccolo muro, sconfiggere un pregiudizio o un timore, per poter scoprire che al di là esiste una realtà che arricchisce chi viene aiutato ma ancor più chi aiuta.